Lo “ius soli sportivo” è legge
In tema di politiche sociali, il 16 febbraio 2016 è entrata in vigore la Legge n. 12 concernente “disposizioni per favorire l’integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l’ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva”.
La nuova Legge prevede che i minori stranieri regolarmente residenti in Italia “almeno dal compimento del decimo anno di età” possano essere tesserati presso le federazioni sportive “con le stesse procedure previste per il tesseramento dei cittadini italiani” e che, tale tesseramento “resta valido, dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l’acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei soggetti che, ricorrendo i presupposti di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, hanno presentato tale richiesta”.
La novità legislativa, in ottemperanza ai dettami previsti dalla Convenzione ONU sui diritti del fanciullo e all’art. 3 della nostra Carta Costituzionale, ha lo scopo di favorire l’integrazione dei minori stranieri che stabilmente vivono nel nostro Paese, abbattendo tutte le divisioni in ambito socio-ricreativo, quali appunto le discipline sportive.
Quanto poi alla validità del tesseramento degli stranieri alle federazioni sportive dopo il compimento del diciottesimo anno di età, la nuova disciplina trova la sua ratio nell’esigenza di garantire allo straniero le stesse condizioni degli atleti italiani ma solo a condizione che questi si attivi per espletare le procedure necessarie all’acquisizione della cittadinanza.
Tuttavia, ai fini dell’applicazione della Legge, sarà compito delle singole Federazioni Sportive italiane adeguare i propri regolamenti, per il tesseramento degli atleti, alla nuova normativa.
Dott. Ettore Salvatore Masullo
Lo “ius soli sportivo” è legge
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