
Quando il tirocinante può vantare il diritto all'assunzione?
Con la recente ordinanza n° 25508 del 30 agosto 2022, i giudici della Corte di Cassazione hanno stabilito che al termine dello stage, il tirocinante non può godere di diritti di assunzione preferenziale all’interno dell’azienda in cui si è formato, a meno che non possa dimostrare la presenza di tipici indicatori di subordinazione, che devono caratterizzare l’intero tirocinio.
Con tale ordinanza gli Ermellini della Corte di Cassazione hanno rigettato il ricorso di un tirocinante che al termine del periodo di stage presso un’azienda richiedeva di essere preso in considerazione per un’assunzione, tuttavia, l’azienda respingeva la richiesta del tirocinante ed indiceva un bando di concorso per l’assunzione di 201 persone.
Il tirocinante riteneva che ciò fosse illegittimo e che violasse il suo diritto di precedenza all’assunzione.
I giudici della Suprema Corte hanno sostenuto che lo scopo del rapporto di formazione-stage è quello di ottenere un’effettiva formazione.
Inoltre, la Suprema Corte ha affermato che non era stata dimostrata la sussistenza degli indici tipici della subordinazione da parte del ricorrente, sul quale grava l’onere della prova: “Con la sentenza n. 7024/2015, questa Corte ha ribadito che gli indici di subordinazione sono dati dalla retribuzione fissa mensile in relazione sinallagmatica con la prestazione lavorativa; l’orario di lavoro fisso e continuativo; la continuità della prestazione in funzione di collegamento tecnico organizzativo e produttivo con le esigenze aziendali; il vincolo di soggezione personale del lavoratore al potere organizzativo, direttivo e disciplinare del datore di lavoro, con conseguente limitazione della sua autonomia; l’inserimento nell’organizzazione aziendale.”
“E sul lavoratore che intenda rivendicare in giudizio l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato grava l’onere di fornire gli elementi di fatto corrispondenti alla fattispecie astratta invocata (cfr., tra le molte, Cass. n. 11937/2009).” (Cass. 25508 30 agosto 2022).
Per questi motivi, la Cassazione ha rigettato il ricorso.
-Laureanda Olga Cosentino-

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Inoltre, la Suprema Corte ha affermato che non era stata dimostrata la sussistenza degli indici tipici della subordinazione da parte del ricorrente, sul quale grava l’onere della prova: “Con la sentenza n. 7024/2015, questa Corte ha ribadito che gli indici di subordinazione sono dati dalla retribuzione fissa mensile in relazione sinallagmatica con la prestazione lavorativa; l’orario di lavoro fisso e continuativo; la continuità della prestazione in funzione di collegamento tecnico organizzativo e produttivo con le esigenze aziendali; il vincolo di soggezione personale del lavoratore al potere organizzativo, direttivo e disciplinare del datore di lavoro, con conseguente limitazione della sua autonomia; l’inserimento nell’organizzazione aziendale.”
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