Registra di nascosto le parole dei colleghi, lavoratore licenziato
Licenziato il lavoratore che registra di nascosto le conversazioni dei colleghi per dimostrare il mobbing. «La condotta illecita fa venir meno il vincolo fiduciario con il capo compromettendo la futura collaborazione di gruppo» così si è espressa oggi la Cassazione, con sentenza n. 26143/2013.
In questo modo la sezione Lavoro della Suprema Corte ha confermato il licenziamento intimato ad un medico dell’azienda ospedaliera dell’Ordine Mauriziano sita a Torino «per la grave situazione di sfiducia, sospetto e mancanza di collaborazione venutasi a creare all’interno dell’equipe medica di chirurgia plastica».
I giudici del merito, il Tribunale e la Corte d’Appello, avevano confermato il licenziamento, rilevando che la condotta tenuta dall’uomo integrasse gli estremi della giusta causa di recesso in conseguenza della irrimediabile lesione del vincolo fiduciario con la parte datoriale.
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