Crisi Bancaria. Gli effetti della sentenza della corte di giustizia europea sul dovere di segretezza.

settembre 23rd, 2018|IMPRESE|

Il 19 settembre 2018 sul quotidiano “Il Sole 24 Ore” è stato pubblicato un articolo intitolato “Crak Bancari, i risparmiatori puntano gli atti secretati”, in cui si parla dei primi effetti della sentenza della Corte Europea sulle deroghe all’obbligo di segretezza a tutela dei correntisti

Come abbiamo detto la sentenza emessa dalla Corte di Giustizia Europea il 13 settembre 2018, con la quale è stato affermato l’importante principio secondo cui – allorquando un istituto di credito sia entrato in crisi e sia stato sottoposto alla procedura concorsuale tendente al suo risanamento – il titolare di un conto corrente aperto presso tale istituto e che intenda agire a tutela del proprio diritto al rimborso può chiedere alla Banca d’Italia il rilascio di tutta la documentazione che, essendo inerente all’istituto di credito sottoposto a procedura concorsuale, sia strettamente funzionale all’azione si deve intraprendere.

Le associazioni di categoria dei risparmiatori danneggiati dalla crisi bancaria che, negli ultimi tempi, ha colpito diversi istituti di credito italiani sarebbero intenzionati a chiedere alla Banca d’Italia , proprio in forza del principio sancito dalla predetta pronuncia della Corte di Giustizia Europea,  il rilascio di documentazione che sino ad oggi era da considerarsi coperta dal dovere di segretezza.

Inoltre viene anche data notizia di un appello ai parlamentari affinché vengano subito adottati dei provvedimenti tesi a fare venire meno, in relazione alla documentazione riguardante le inchieste in corso sulla crisi di alcuni istituti di credito, l’obbligo della segretezza imposto dal Decreto Legislativo del 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria).

Si rappresenta che in Italia, negli ultimi anni, sono entrati in  uno stato di crisi importanti istituti di credito, come ad esempio la Banca delle Marche s.p.a., la Cassa di Risparmio di Ferrara, la Banca dell’Etruria e del Lazio s.p.a., nonché la Cassa di Risparmio Chieti s.p.a.

Tali istituti di crediti erano stati sottoposti alla procedura concorsuale dell’Amministrazione Straordinaria delle grandi imprese in crisi.

Successivamente ai medesimi istituti di credito è stata applicata, ai fini del loro risanamento, la Direttiva Europea BRRD (ovvero Bank Recovery and Resolution Directive) n. 2014/59/EU del 15 maggio 2014, ridisegnando, a livello europeo, le modalità per la risoluzione e risanamento della crisi bancaria.

Essa in Italia è stata recepita in virtù del D.lg. n. 180 del 16 novembre 2015 ed ha previsto, per gli Stati membri, la possibilità di avvalersi di appositi strumenti per la risoluzione della crisi bancaria, finalizzati ad evitare che i costi necessari per il risanamento degli istituti di credito finiscano a carico dello Stato ed a fare in modo che invece, attraverso l’utilizzo di apposite procedure, detti costi vengano ammortizzati all’interno dell’ente stesso. 

Rispetto ai quattro istituti di credito sopra evidenziati, inoltre, le misure previste dalla menzionata Direttiva Europea BRRD n. 2014/59/EU sono state disposte dalla Banca D’Italia quale autorità incaricata di provvedere alla risoluzione della crisi.

In conclusione deve ritenersi che la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha previsto, in presenza di una situazione di crisi bancaria, un affievolimento del dovere di segretezza in relazione alla documentazione bancaria ha suscitato, immediatamente, l’interesse dei risparmiatori.

Questi ultimi infatti, attraverso le loro associazioni di categoria, hanno manifestato sin da subito l’intenzione di attivarsi per la raccolta di tutta la documentazione e di tutte le informazioni necessarie per la tutela dei loro diritti rispetto alle situazioni di dissesto bancario sopra evidenziate.

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