
Ingiustificato arricchimento, quando è possibile proporre domanda
Con sentenza n. 529/2014 la Suprema Corte si trova a valutare l’ambito di operatività dell’azione per ingiustificato arricchimento. Nel caso di specie il rapporto fra le parti si era sviluppato dapprima attraverso un contratto di comodato e poi mediante un contratto di noleggio (valutato nullo per indeterminatezza dell’oggetto) in forza del quale la società titolare dell’autovettura richiedeva un equo corrispettivo.
Secondo l’art. 2042 c.c. l’azione di ingiustificato arricchimento “non è proponibile quando il danneggiato può proporre un’altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio subito“. Secondo la Cassazione “il giudice anche d’ufficio, deve accertare che non sussista altra specifica azione per le restituzioni ovvero per l’indennizzo del pregiudizio subito contro lo stesso arricchito o contro altra persona”.
Nel caso che ci occupa il Giudice di secondo grado aveva correttamente accertato che l’azione tipica non era esperibile per un difetto originario del titolo (contratto di noleggio) e per l’effetto ha ritenuto ammissibile la domanda subordinata di arricchimento senza causa al fine di poter indennizzare la società proprietaria del mezzo.

Ingiustificato arricchimento, quando è possibile proporre domanda
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Secondo l’art. 2042 c.c. l’azione di ingiustificato arricchimento “non è proponibile quando il danneggiato può proporre un’altra azione per farsi indennizzare del pregiudizio subito“. Secondo la Cassazione “il giudice anche d’ufficio, deve accertare che non sussista altra specifica azione per le restituzioni ovvero per l’indennizzo del pregiudizio subito contro lo stesso arricchito o contro altra persona”.
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