La nuova procedura di appello che ha convertito in legge il “Decreto Sviluppo”

In data 11 agosto 2012 è entrata in vigore la L.134/2012 che ha convertito in legge con modificazioni il cd. “Decreto Sviluppo” cioè il d.l. n.83/2012. In forza di quanto disposto dalla normativa citata, a partire dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione e, dunque, dalla data dell’11 settembre 2012, sono vigenti rilevanti modificazioni al Codice di procedura Civile che trovano applicazione ai giudizi di appello introdotti con ricorso depositato o con citazione di cui sia stata richiesta la notificazione dall’11 settembre 2012.

Di seguito si ritiene utile evidenziare le più rilevanti modificazioni introdotte

Modifiche all’articolo 342 c.p.c.: Forma dell’appello. “L’appello si propone con citazione contenente le indicazioni prescritte dall’articolo 163. L’appello deve essere motivato. La motivazione dell’appello deve contenere, a pena di inammissibilità: 1) l’indicazione delle parti del provvedimento che si intende appellare e delle modifiche che vengono richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal giudice di primo grado; 2) l’indicazione delle circostanze da cui deriva la violazione della legge e della loro rilevanza ai fini della decisione impugnata”;

Modifiche all’articolo 345 c.p.c.: Nel giudizio d’appello non possono proporsi domande nuove e, se proposte, debbono essere dichiarate inammissibili d’ufficio. Possono tuttavia domandarsi gli interessi, i frutti e gli accessori maturati dopo la sentenza impugnata, nonché il risarcimento dei danni sofferti dopo la sentenza stessa.Non possono proporsi nuove eccezioni, che non siano rilevabili anche d’ufficio.

Non sono ammessi nuovi mezzi di prova e non possono essere prodotti nuovi documenti, salvo che la parte dimostri di non aver potuto proporli o produrli nel giudizio di primo grado per causa ad essa non imputabile. Può sempre deferirsi il giuramento decisorio.

Dopo l’articolo 348 c.p.c. sono inseriti l’art.348-bis e ter.

L’Art. 348-bis (Inammissibilita’ dell’appello). – Fuori dei casi incui deve essere dichiarata con sentenza l’inammissibilita’ o l’improcedibilita’ dell’appello, l’impugnazione e’ dichiarata inammissibile dal giudice competente quando non ha una ragionevole probabilita’ di essere accolta. Il primo comma non si applica quando: a) l’appello e’ proposto relativamente a una delle cause di cui all’articolo 70, primo comma; b) l’appello e’ proposto a norma dell’articolo 702-quater.

Art. 348-ter (Pronuncia sull’inammissibilita’ dell’appello). – All’udienza di cui all’articolo 350 il giudice, prima di procedere alla trattazione, sentite le parti, dichiara inammissibile l’appello, a norma dell’articolo 348-bis, primo comma, con ordinanza succintamente motivata, anche mediante il rinvio agli elementi di fatto riportati in uno o piu’ atti di causa e il riferimento a precedenti conformi. Il giudice provvede sulle spese a norma dell’articolo 91. L’ordinanza di inammissibilita’ e’ pronunciata solo quando sia per l’impugnazione principale che per quella incidentale di cui all’articolo 333 ricorrono i presupposti di cui al primo comma dell’articolo 348-bis. In mancanza, il giudice procede alla trattazione di tutte le impugnazioni comunque proposte contro la sentenza. Quando e’ pronunciata l’inammissibilita’, contro il provvedimento di primo grado puo’ essere proposto, a norma dell’articolo 360, ricorso per cassazione nei limiti dei motivi specifici esposti con l’atto di appello. In tal caso il termine per il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di primo grado decorre dalla comunicazione o notificazione, se anteriore, dell’ordinanza che dichiara l’inammissibilita’. Si applica l’articolo 327, in quanto compatibile. Quando l’inammissibilita’ e’ fondata sulle stesse ragioni, inerenti alle questioni di fatto, poste a base della decisione impugnata, il ricorso per cassazione di cui al comma precedente puo’ essere proposto esclusivamente per i motivi di cui ai numeri 1), 2), 3) e 4) dell’articolo 360. La disposizione di cui al quarto comma si applica, fuori dei casi di cui all’articolo 348-bis, secondo comma, lettera a), anche al ricorso per cassazione avverso la sentenza d’appello che conferma la decisione di primo grado.»;

Modifiche all’articolo 360 c.p.c.: All’articolo 360, primo comma, e’ apportata la seguente modificazione: il numero 5) e’ sostituito dal seguente: «5) per omesso esame circa un fatto decisivo per il giudizio che e’ stato oggetto di discussione tra le parti.»;

Modifiche all’articolo 383 c.p.c.: All’articolo 383 e’ aggiunto il seguente comma: «Nelle ipotesi di cui all’articolo 348-ter, commi terzo e quarto, la Corte, se accoglie il ricorso per motivi diversi da quelli indicati dall’articolo 382, rinvia la causa al giudice che avrebbe dovuto pronunciare sull’appello e si applicano le disposizioni del libro secondo, titolo terzo, capo terzo, sezione terza.»;

Modifiche all’articolo 434 c.p.c.: “Il ricorso deve contenere le indicazioni prescritte dall’articolo 414. L’appello deve essere motivato. La motivazione dell’appello deve contenere, a pena di inammissibilità:

1) l’indicazione delle parti del provvedimento che si intende appellare e delle modifiche che vengono richieste alla ricostruzione del fatto compiuta dal giudice di primo grado; 2) l’indicazione delle circostanze da cui deriva la violazione della legge e della loro rilevanza ai fini della decisione impugnata”

Dopo l’articolo 436 e’ inserito il seguente: «Art. 436-bis (Inammissibilita’ dell’appello e pronuncia). – All’udienza di discussione si applicano gli articoli 348-bis e 348-ter»;

All’articolo 447-bis, primo comma, e’ apportata la seguente modificazione: le parole «e secondo comma, 430, 433, 434, 435, 436, 437, 438, 439, 440, 441, » sono sostituite dalle seguenti «e secondo comma, 430, 433, 434, 435, 436, 436-bis, 437, 438, 439, 440, 441».

Studio Scicchitano