
Nuove regole per la formazione e l'attuazione della normativa europea
Il 4 gennaio 2013 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge n. 234/2013, entrata in vigore il 19 gennaio scorso. Tale corpo legislativo ha apportato una riforma organica delle norme che regolano la partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa europea. Le principali novità concernono, in estrema sintesi: un maggiore raccordo tra il Parlamento ed il Governo, con la previsione di nuovi e più articolati obblighi di informazione di quest’ultimo alle Camere; la previsione dell’intervento parlamentare per l’attivazione del cosiddetto “meccanismo del freno d’emergenza“; il rafforzamento delle procedure di informazione e controllo parlamentare sulle attività giurisdizionali e di contenzioso riguardanti l’Italia; l’istituzione in ciascun Ministero di nuclei di valutazione degli atti dell’Unione europea, i quali hanno il compito di coordinare all’interno di ciascuna amministrazione la politica europea; la riorganizzazione del processo di recepimento della normativa europea; la ridefinizione delle disposizioni in materia di contenzioso; infine, da un lato, una riformulazione dei requisiti di ammissibilità delle concessioni di aiuti agli Stati in caso di calamità naturali, dall’altro, il divieto di concedere aiuti alle imprese che hanno beneficiato di aiuti giudicati illegali e che non sono stati rimborsati, nonché con la riserva della giurisdizione al giudice amministrativo sull’esecuzione della decisione di recupero. Queste, in parte, le novità introdotte dalla legge n. 234/2013 che, al pari delle precedenti in materia, mira all’armonizzazione del sistema italiano con quello europeo.

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