Gli auguri di Natale dello Studio e del Prof. Scicchitano 2020

dicembre 22nd, 2020|Articoli, Sergio Scicchitano|

Difficile , in un momento come questo parlare di qualche cosa di diverso della pandemia, del Covid 19 con l’evidente rischio di essere qualunquista , di ripetermi, di scadere nella banalità delle cose dette e ridette , trite e ritrite, ma è altrettanto difficile parlare di qualche cosa di diverso a rischio completo di sembrare fuori contesto, un alieno visto che tra l’altro già molti mi considerano tale.
E allora provo a parlare della pandemia, ma con un taglio diverso, con quelle che sono le mie idee a volte rudi, ma se no taccio che è meglio.
La pandemia ha spaccato il mondo in due sotto molteplici aspetti: tra i coraggiosi e i pavidi ( da noi a SLS i cd conigli) ; tra gli attivi e i bighelloni ; tra gli ottimisti e i pessimisti ; tra i costruttori e i distruttori e potrei andare avanti all’infinito consapevole che è proprio nei momenti più difficili che si acuiscono e si rendono visibili le differenze tra Voi rectius tra noi umani.
Il nostro studio, ovviamente allargato ai clienti, ai fornitori, agli amici , ai conoscenti e ai nostri lettori del web rappresenta una vera e propria comunità tale da poter diventare un vero e proprio banco di prova per fare la campionatura e capire: si …. riuscire a capire la vera natura umana, quanto meno dalla mia particolare ottica visuale.
E molte cose, a volte troppe non mi sono affatto piaciute .
Mi è molto piaciuto chi si è accostato a questa tematica con interesse, con voglia di capire, di fare e talvolta ( anche nel suo piccolo ) di risolvere ; non mi è piaciuto chi si è chiuso in se stesso dentro casa, chi si è isolato vedendo tutti e dico tutti come nemici in quanto possibili UNTORI di fatto rimanendo interessato solo ed esclusivamente alla sua persona , al suo mondo.
Mi sono molto piaciuti coloro i quali, senza essere negazionisti, hanno visto la pandemia come un male da combattere, ma non per questo è venuto meno alle proprie responsabilità continuando a vivere ed operare anche contro l’avversità del Covid 19, a dare un proprio fattivo contributo alle proprie famiglie ed al mondo lavorativo a cui appartiene.
Mi sono sempre sentito diverso da tutti quelli che, di fronte alla grande opportunità dello smart working non hanno saputo utilizzare tale strumento per lo scopo precipuo a cui doveva servire ovvero una maggiore responsabilizzazione; altro che self-management.
E si amici miei perché lo SMART WORKING nelle mani dei bighelloni è la fine di ogni cosa .
La vita è fuori, è per strada , è negli uffici dove tutti Ti possono vedere ; dove si combatte ogni giorno, dove non Ti puoi nascondere e dove la miseria umana viene tutta in evidenza senza veli ….
Mi riconosco nell’immagine di quella infermiera (che ha fatto il giro del mondo) che si è addormentata sul P.C. stremata dalla fatica.
Si, mi ritrovo in quella foto poiché racchiude in sé i migliori significati di ciò che oggi sta succedendo.
L’impegno verso gli altri: un altruismo quasi necessario a noi stessi per andare avanti: per capire che siamo vivi per questo : per aiutare chi ha bisogno qualunque esso sia.
Il disinteresse per il proprio corpo e per i propri bisogni sino all’estremo; sino al punto di non farcela più utilizzando sino all’ultima risorsa che hai in corpo.
La professionalità che si ricava da ciò che la foto dimostra :il luogo di lavoro, la tuta per non contrarre il virus ed il P.C. quale strumento di lavoro: abbiamo tutto ciò che ci serve.
Un’immagine così forte da diventare almeno per me un vero e proprio simbolo.
E allora diventa tutto più chiaro : per la nostra umanità il COVID è una prova, un TEST : tra i buoni e i cattivi né più né meno come in guerra in cui la storia celebra gli eroi e bandisce i codardi e le nullità.
Nulla è stato inutile; tutto è servito e credo sia impossibile non saper trarre da ciò che è capitato un grande insegnamento , anche solo per ciò che riguarda i sentimenti umani.
E permettetemi proprio nel momento in cui faccio a tutti i miei lettori il mio più affettuoso augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo di rivolgere il mio pensiero più commosso e sincero agli oltre 65.000 morti italiani e tra questi specificatamente a coloro i quali sono morti soli, senza il conforto di un parente, di un amico : chissà come si saranno sentiti in quell’istante : ma da Cristiano e Cattolico fervente sono certo che avranno avuto il conforto di Dio e, per coloro che non credono , almeno quello di un sanitario che gli avrà tenuto la mano; quella mano che io idealmente tendo a tutti Voi affinché quest’anno sia per tutti l’anno della guarigione e del ritorno alla normalità.
E da ultimo e sempre per evocare alla fine di questo tristissimo anno una immagine, permettetemi di richiamare le bellissime parole della splendida moglie del calciatore Paolo Rossi che nell’ultimo istante gli ha rivolto tendendogli la mano.
Non c’entra niente con il Covid 19, ma non cambia nulla , conta il significato, profondissimo.
“Adesso devi andare Paolo, hai sofferto troppo” .
Due concetti molto chiari : “andare” per significare ( ovviamente per chi crede) una nuova vita; “hai sofferto troppo” per significare il senso della nostra odierna vita, il nostro presente: IL SACRIFICIO!!!
E non mi sembra poco …..
Buon Natale e Felice Anno Nuovo a Voi e a tutte le Vs. famiglie.
Prof.