GIUSTIZIA PREDITTIVA TRA DIRITTO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

novembre 12th, 2020|Articoli, Diritto civile, Focus, Gaia Morelli|

Per giustizia predittiva si intende una serie di meccanismi matematici e algoritmi con i quali viene creato un sistema per prevedere l’esito di procedimenti e quindi di provvedimenti e sentenze;

Ad oggi il principale ambito di applicazione è nel procedimento amministrativo.

È infatti ormai noto come da anni la pubblica amministrazione italiana sia sovraccarica di lavoro, producendo molti rallentamenti e ingorghi nel normale svolgimento delle attività, causando forti disagi in primis ai cittadini e poi all’ interno del sistema amministrativo stesso.

A fronte di ciò si cercano di incentivare metodi che possano velocizzare e snellire la qualità dei servizi, con l’introduzione di sistemi nuovi tecnologicamente avanzati che aiutino e sostengano la pubblica amministrazione, un contributo ormai necessario ed essenziale. Soprattutto in quelle operazioni sistematiche e standardizzate, la quale caratteristica principale è la mancanza di discrezionalità, e perciò che hanno di per sé già una natura meccanizzata. Ciò sta a significare che le procedure amministrative che si susseguono in maniera immutabile e costante vengono inserite in sistemi informatici che elaboreranno la decisione finale. La risultante ha un notevole impatto sulla vita della pubblica amministrazione, in quanto riduce di gran lunga le tempistiche procedimentali e vi è un minor uso di risorse, con notevoli benefici per cittadini e organi interessati.

Sia chiaro che sistemi di questo genere potranno solo affiancare gli operatori e il giudice nel processo decisionale, e non sostituirli con giudici o avvocati robot.

Parliamo di algoritmi, cioè funzioni matematiche, con contenuti decisionali (sentenze, provvedimenti, dottrina, testi) e le informazioni elaborate sono probabilità di orientamento decisionale, oppure range di indennizzi e costi, con finalità analitiche o predittive riguardo l’orientamento probabile del giudice. Tali sistemi simulano il ragionamento umano ma ad oggi non possono mai sostituire il ragionamento del giudice in quanto troppe sarebbero le variabili da inserire nell’algoritmo per arrivare alla complessità del pensiero umano.

  1. PRIME PRONUNCE INERENTI LA GIUSTIZIA PREDITTIVA IN ITALIA

In materia si è espresso per la prima volta il Consiglio di Stato sez.VI 8 aprile 2019 n.2270, gettando delle chiare e definite basi per la disciplina, con riferimento ad un controverso caso di nomina e trasferimento di docenti, svolta tramite mezzi informatici. Nello specifico il meccanismo non avrebbe tenuto conto delle concrete esigenze e preferenze dei docenti a danno anche dei criteri meritocratici. Il punto principale della vicenda era stata la mancata trasparenza sul funzionamento dell’algoritmo che aveva elaborato provvedimenti privi di motivazione ed inoltre senza la possibilità di individuare un responsabile nello specifico che si fosse occupato della valutazione delle singole esigenze dei docenti, andando così a ledere diritti personali ma anche principi fondamentali della pubblica amministrazione.  Il Consiglio di Stato ha così colto l’occasione per definire i punti chiave in materia.

La regola algoritmica deve avere caratteri conformi ai principi generali dell’ordinamento quali quelli di imparzialità, trasparenza, ragionevolezza, proporzionalità, pubblicità ecc. ed inoltre deve essere priva di discrezionalità poiché ciò va ad inficiare sulle prerogative del giudice.

A monte dell’intero processo deve esserci un lavoro tecnico che prevede l’inserimento di provvedimenti, sentenze, atti nel sistema, che diano come prodotto un algoritmo preciso con costanti aggiornamenti e controlli, che permetta di poter accedere e controllare costantemente la trasparenza dei processi di elaborazione di decisioni, nonché i criteri in base al quale viene impostato il sistema, la conoscibilità dei soggetti che hanno provveduto all’elaborazione degli algoritmi e che vengano messe in atto misure per correggere eventuali errori, al fine di impedire effetti discriminatori nei confronti di persone fisiche.  

Il risultato che la giustizia predittiva può offrire perciò dipende sia dai criteri con cui sono stati costruiti gli algoritmi, sia dai dati inseriti.

La giustizia predittiva porta a migliori risultati solo se mediata e controllata da una sorta di revisione da parte di addetti; spetterà infatti al giudice valutare la correttezza del processo di formazione del software, partendo dalla costruzione, all’inserimento dei dati e alla gestione, fino a sindacare sulla logicità e ragionevolezza della decisone amministrativa frutto di calcoli algoritmici.

L’intero procedimento di creazione del software deve essere considerato a tutti gli effetti un “atto amministrativo informatico”.

La pronuncia del Consiglio di Stato ha dato il via ad una serie di progetti che vede coinvolto il Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, per sviluppare e applicare l’intelligenza artificiale con l’impiego delle tecnologie più moderne e mettendo a frutto le potenzialità della gestione automatizzata dei processi decisionali ed operativi, “con l’impegno di mettere l’uomo al centro”, lavorando per promuovere un’intelligenza artificiale sostenibile sul piano sociale, culturale e democratico.

  1. LINEE GUIDA EUROPEE SULL’USO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN MATERIA DI GIUSTIZIA PREDITTIVA

 

Il termineIntelligenza Artificiale” descrive la possibilità che le macchine, tramite algoritmi e formule matematiche imitino il pensiero umano, basato sull’apprendimento e sull’utilizzazione di generalizzazioni, che le persone usano per prendere le decisioni quotidiane. In altre parole, l’intelligenza artificiale risolve conflitti imitando il processo decisionale del nostro cervello.

Il Parlamento europeo ha approvato, il 12 febbraio 2020, una risoluzione sui processi decisionali automatizzati, con cui ha regolato la politica generale europea industriale sull’intelligenza artificiale, sulla robotica e redigendo linee guida per l’uso dell’intelligenza artificiale.

È stato istituito anche un apposito Comitato il quale si prefigge lo scopo di esaminare la fattibilità e gli elementi per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, la progettazione e l’applicazione di tali sistemi, basata sui principi dei diritti umani e di democrazia, prendendo in considerazione gli strumenti legali sovranazionali o regionali, con particolare attenzione alle problematiche di genere ed alla promozione di società coesive e protezione dei diritti delle persone con disabilità.

Ulteriori fondamenta si sono gettate con l’adozione da parte della Commission for the Efficiency of Justice – CEPEJ, della prima Carta etica europea sull’uso dell’intelligenza artificiale nei sistemi giudiziari che sancisce principi fondamentali nella progettazione e nell’applicazione degli strumenti e servizi di intelligenza artificiale applicati alla Giustizia, quali il rispetto dei diritti fondamentali, il principio di non discriminazione, il principio di qualità, il principio di trasparenza, imparzialità, equità, sicurezza, e prevenzione dello sviluppo di ogni discriminazione tra individui.

Uno dei paesi pionieri della giustizia predittiva è la Francia, dove già da qualche anno è attiva una piattaforma chiamata ‘Predictice.com’, pensata per aiutare gli avvocati nel confrontare diverse strategie processuali. L’algoritmo calcola le probabilità della definizione di una causa, l’ammontare dei risarcimenti ottenuti in contenziosi simili. In buona sostanza, anticipa il risultato potenziale della causa e l’entità dell’eventuale risarcimento.

Un ulteriore tentativo di utilizzo di algoritmi nella giustizia, si è avuto in America, dove alcune Corti usavano Compas; un sistema basato su statistiche che calcola la probabilità di recidiva dei condannati. Queste sperimentazioni hanno avviato un intenso dibattito sulla giustizia predittiva poiché è emerso da alcuni studi che quel sistema andava a discriminare determinate categorie di soggetti più deboli.

 

Senz’altro un maggiore sviluppo dell’intelligenza artificiale a servizio della giustizia può portare benefici, se correttamente impiegata. I sistemi fino ad oggi implementati sono un primo passo importante di fronte alla massificazione dei rapporti, ma necessitano di ulteriori sviluppi sia dal punto di vista tecnico ma anche giurisprudenziale. Tenendo presente che nessuna macchina potrà sostituire il pensiero umano e soprattutto il potere discrezionale in capo al giudice, è auspicabile una sempre maggiore collaborazione con sistemi informatici che debbono servire a supporto e non a sostituzione della giustizia, fornendo un’analisi oggettiva e non soggettiva.

Andreea Solot

Avv. Gaia Morelli

 

 

FONTI:

  • Viola, Giustizia predittiva: è preferibile un modello deduttivo, 10.03.2020 in Altalex.com
  • Rundo, e L. Di Stallo, Giustizia predittiva: algoritmi e deep learning, 07.01.2020 in sicurezza e giustizia
  • Brecevich e M. Martorana, Giustizia predittiva: la dignità umana faro per l’AI nei processi, 04.03.2020 in agendadigitale.eu
  • ‘European ethical Charter on the use of Artificial Intelligence in judicial systems and their environment’ Adottata dal CEPEJ a Strasbourgo, 3-4 December 2018
  • https://rm.coe.int/evaluation-report-part-1-english/16809fc058

 

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