
Corte di Cassazione: tra slancio riformatore e richiami alla politica
Tra slancio riformatore e richiami alla politica, il ruolo della Suprema Corte nell’Italia che cambia
Un numero senza eguali nel panorama europeo: oltre 80.000 ricorsi l’anno.
È questo il carico che ogni anno affronta la Corte di Cassazione, gestito quotidianamente con impegno e rigore dai magistrati della Suprema Corte. Un impegno che produce risultati tangibili: nel settore penale, i procedimenti vengono definiti in soli 78 giorni dalla loro iscrizione; nell’ambito civile, in poco più di due anni, le pendenze sono state ridotte di oltre 30.000 unità, raggiungendo un disposition time di 901 giorni, ben al di sotto dell’obiettivo di 977 giorni fissato dal PNRR per il 2026.
A tracciare questo bilancio è stata la Prima Presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, durante l’Assemblea Generale della Corte, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e delle massime autorità della magistratura.
La Cassazione come presidio della legalità
L’iniziativa si inserisce nel quadro dell’art. 93 dell’Ordinamento giudiziario e mira ad avviare una riflessione profonda sul ruolo della Cassazione, “garante dell’unità del diritto” e costruttrice del diritto vivente, in una fase storica caratterizzata da trasformazioni normative, culturali e tecnologiche. La sfida: coniugare il rigore metodologico con l’evoluzione sociale e l’adeguamento del dato normativo al caso concreto.
“Siamo ben consapevoli delle grandi responsabilità che gravano sulla Corte di Cassazione”, ha affermato Cassano, che ha richiamato la necessità di costruire un solido sistema di precedenti in grado di guidare l’interpretazione uniforme del diritto, in dialogo con la Corte Costituzionale, la Corte di Giustizia UE e la CEDU.
L’appello alla politica: servono misure di sistema
Non è mancato, però, un monito diretto alla politica. Secondo Cassano, è urgente adottare “misure di sistema” per fronteggiare la proliferazione di nuovi reati e l’assenza di chiari criteri legislativi di priorità nella trattazione degli affari. Il rischio? Demandare al singolo magistrato scelte di bilanciamento tra valori costituzionali che dovrebbero invece trovare sintesi nel Parlamento.
I dati del Procuratore Generale: giustizia più rapida
Anche il Procuratore Generale Piero Gaeta ha evidenziato il miglioramento dei tempi della giustizia: in ambito penale, oggi bastano 83 giorni per una pronuncia dalla data del ricorso. Ma ha aggiunto anche un richiamo all’“armonia” come valore guida: all’interno della magistratura, nei suoi rapporti con l’Avvocatura, e nel dialogo con gli altri poteri dello Stato.
Conclusioni
La Corte di Cassazione non cerca applausi facili, ma chiede di essere riconosciuta per il suo ruolo di garante del diritto, in coerenza con i principi costituzionali e le regole fondanti del nostro ordinamento. Un compito che richiede chiarezza normativa, investimenti sistemici e un dialogo istituzionale costruttivo.
In un’epoca di grandi trasformazioni, il ruolo della Suprema Corte è più che mai centrale per assicurare un’applicazione della legge che sia uniforme, equa e al passo con la società.

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“Siamo ben consapevoli delle grandi responsabilità che gravano sulla Corte di Cassazione”, ha affermato Cassano, che ha richiamato la necessità di costruire un solido sistema di precedenti in grado di guidare l’interpretazione uniforme del diritto, in dialogo con la Corte Costituzionale, la Corte di Giustizia UE e la CEDU.
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Non è mancato, però, un monito diretto alla politica. Secondo Cassano, è urgente adottare “misure di sistema” per fronteggiare la proliferazione di nuovi reati e l’assenza di chiari criteri legislativi di priorità nella trattazione degli affari. Il rischio? Demandare al singolo magistrato scelte di bilanciamento tra valori costituzionali che dovrebbero invece trovare sintesi nel Parlamento.
I dati del Procuratore Generale: giustizia più rapida
Anche il Procuratore Generale Piero Gaeta ha evidenziato il miglioramento dei tempi della giustizia: in ambito penale, oggi bastano 83 giorni per una pronuncia dalla data del ricorso. Ma ha aggiunto anche un richiamo all’“armonia” come valore guida: all’interno della magistratura, nei suoi rapporti con l’Avvocatura, e nel dialogo con gli altri poteri dello Stato.
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