Quali sono i debiti interessati dalla pace fiscale?

La pace fiscale è un meccanismo, adottato con D.L. n.119 del 2018, che permette, da un lato, allo Stato di recuperare parte dei crediti non riscossi dall’Agenzia dell’Entrate, ed ai contribuenti persone fisiche, dall’altro, di regolarizzare la propria posizione con il Fisco, senza l’imposizione di sanzioni ed interessi con contestuale cancellazione delle cartelle a cui i crediti si riferiscono.

Tale obiettivo viene raggiunto tramite diverse procedure come: saldo e stralcio delle cartelle esattoriali, rottamazione delle cartelle, stralcio totale di cartelle con un credito di basso importo e definizione agevolata delle liti dinanzi alle Commissioni Tributarie.

tributi agenzia entrate

I debiti oggetto delle procedure di stralcio e rottamazione possono riguardare: tributi, multe stradali, IVA, contributi previdenziali e assistenziali e tributi locali. Di contro non rientrano in tale procedura debiti del recupero degli aiuti di Stato considerati illegittimi dall’U.E, crediti derivanti da condanne pronunciate dalla Corte dei conti, multe, ammende e sanzioni, pecuniarie dovute a seguito di provvedimenti e sentenze penali di condanna sanzioni diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali.

La nuova Legge di Bilancio 2023 prevede un nuovo meccanismo di “pace fiscale” il quale comprende tre tipi di operazioni: la prima concerne l’annullamento automatico delle cartelle esattoriali inferiori a 1.000 euro, antecedenti al 2015, ancora pendenti alla data del 31 marzo 2023, escluse le multe, i tributi locali come l’IMU e quelli dovuti ad Enti previdenziali privati. La seconda denominata “Rottamazione quater” ossia definizione agevolata, per debiti al di sopra dei 1.000 euro e per le cartelle con notifica successiva al 2015, e la terza riguarda l’imposizione di sanzioni più basse per chi non ha pagato imposte all’ADE, annullando tutti gli oneri extra per la riscossione.

Inoltre, con riguardo ai meccanismi di agevolazione delle liti tributarie pendenti con l’Agenzia delle Entrate, dal 1 Gennaio 2023 è possibile presentare domanda di definizione per ciascuna lite pendente in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in Cassazione.

Entro il 30 giugno 2023 per accedere a tale procedura è necessario pagare l’intero importo per la definizione o se rateizzato, la prima del massimo di 20 rate previste, il cui valore oscilla tra un minimo del 5% e un massimo del 20% dell’importo oggetto della lite.

Condicio sine qua non per l’accesso a tale meccanismo ancor prima del pagamento è che il contribuente risulti vincitore del giudizio proposto dinanzi alla Commissione Tributaria regionale o provinciale. Nello scenario in cui l’Agenzia delle Entrate risulti soccombente in uno solo dei due gradi di giudizio, la lite può essere annullata per importi fino a 50.000 euro, pagando una somma pari al 20% di quanto dovuto. Invece nel caso in cui l’ADE dovesse risultare soccombente in entrambi i gradi di giudizio è previsto l’annullamento delle cartelle esattoriali fino ad un massimo di 100.000 euro, versando il 5% del valore della controversia.

Dott. Emilio Brogna