
Pignoramento e pensioni: la Cassazione stabilisce un nuovo principio
Il vertice della giurisdizione italiana, la Corte di Cassazione, è intervenuta sulla disciplina del pignoramento stabilendo un nuovo principio a livello procedurale. La sentenza in oggetto propone un modello regolamentare per il pignoramento 2022/2023 che vuole da un lato aggiornare la normativa preesistente e dall’altro fissare regole ferree per l’applicazione di tale titolo esecutivo.
Per comprendere pienamente la portata della novità bisogna andare per gradi cercando di risalire alla ratio sottostante la decisione. In particolare, con il nuovo regolamento 2022-2023 sul pignoramento viene sottolineata innanzitutto la necessità di un’adeguata motivazione da parte del giudice che dispone questo tipo di misura, qualificando poi come illegittimo l’atto di pignoramento avente alla base una motivazione dal contenuto troppo generico e come tale da non far comprendere la ratio della decisione. L’attenzione ai criteri garantisce l’individuo ed evita abusi.
Nell’ipotesi contraria, ovvero quella in cui le motivazioni siano puntuali, allora l’ufficiale della riscossione provvederà ad eseguire il pignoramento notificando il verbale al debitore. La nuova legge è diretta poi ad altri destinatari, differenti rispetto alla disciplina passata. Ad oggi troveremo consumatori, professionisti, imprenditori agricoli, start-up nonché tutti gli altri debitori non assoggettabili alla liquidazione giudiziale.
Non sempre recuperare il proprio credito è agevole: la Corte a tal proposito ha previsto lo strumento della liquidazione controllata. Il creditore potrà dunque rivolgersi al tribunale al fine di richiedere la nomina di un liquidatore giudiziale: tale figura potrà esercitare presso il debitore qualsivoglia azione adeguata al recupero del credito vantato nella maniera più celere possibile.
Proseguendo nella disamina della sentenza, è utile soffermarsi sul pignoramento delle pensioni: le indennità di pensione e gli altri assegni di liquidazione non si possono pignorare per un ammontare pari al doppio della misura massima mensile prevista dall’assegno sociale.
A rigor di logica, dunque, l’importo pignorabile sulle suddette viene effettuato per la somma eccedente i 1000 euro, fatti salvi i casi previsti dalla legge. Infatti, vi sono dei crediti che non possono essere pignorati quali: sussidi di grazia, di maternità, per malattie, per funerali provenienti da casse di assicurazione, provenienti da enti di assistenza oppure dagli istituti di beneficenza e per coloro che rientrano nell’elenco dei poveri.
Dott.ssa Veronica Venturi

Pignoramento e pensioni: la Cassazione stabilisce un nuovo principio
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Per comprendere pienamente la portata della novità bisogna andare per gradi cercando di risalire alla ratio sottostante la decisione. In particolare, con il nuovo regolamento 2022-2023 sul pignoramento viene sottolineata innanzitutto la necessità di un’adeguata motivazione da parte del giudice che dispone questo tipo di misura, qualificando poi come illegittimo l’atto di pignoramento avente alla base una motivazione dal contenuto troppo generico e come tale da non far comprendere la ratio della decisione. L’attenzione ai criteri garantisce l’individuo ed evita abusi.
Nell’ipotesi contraria, ovvero quella in cui le motivazioni siano puntuali, allora l’ufficiale della riscossione provvederà ad eseguire il pignoramento notificando il verbale al debitore. La nuova legge è diretta poi ad altri destinatari, differenti rispetto alla disciplina passata. Ad oggi troveremo consumatori, professionisti, imprenditori agricoli, start-up nonché tutti gli altri debitori non assoggettabili alla liquidazione giudiziale.
Non sempre recuperare il proprio credito è agevole: la Corte a tal proposito ha previsto lo strumento della liquidazione controllata. Il creditore potrà dunque rivolgersi al tribunale al fine di richiedere la nomina di un liquidatore giudiziale: tale figura potrà esercitare presso il debitore qualsivoglia azione adeguata al recupero del credito vantato nella maniera più celere possibile.
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A rigor di logica, dunque, l’importo pignorabile sulle suddette viene effettuato per la somma eccedente i 1000 euro, fatti salvi i casi previsti dalla legge. Infatti, vi sono dei crediti che non possono essere pignorati quali: sussidi di grazia, di maternità, per malattie, per funerali provenienti da casse di assicurazione, provenienti da enti di assistenza oppure dagli istituti di beneficenza e per coloro che rientrano nell’elenco dei poveri.
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